Essa prevede un’anamnesi preliminare tramite un colloquio clinico, che permette di delineare la storia pregressa e recente del paziente.
Generalmente viene richiesto al cliente di portare con sé gli esami preventivamente eseguiti, per dare la possibilità all’ortopedico di usufruire di un quadro più ampio di informazioni, che gli consentano di approfondire al meglio l’indagine clinica.
Questa risulta essere una parte fondamentale della visita, in quanto anche le informazioni più irrilevanti, in taluni casi, sono di grande importanza per identificare la causa principale del problema riportato.
In un secondo momento lo specialista esegue l’esame clinico iniziando ad esaminare la zona interessata; vengono successivamente eseguiti test specifici per evidenziare una disfunzione o per diagnosticare una patologia specifica dell’articolazione presa in esame. Vengono valutate la postura, la forza muscolare, i riflessi, le articolazioni (sia la capacità di escursione dell’articolazione, sia tutti i gradi di movimento) ed eventuali gonfiori visibili.
Quando il medico avrà raccolto sufficienti elementi per poter vagliare una diagnosi, saranno prescritte chiare indicazioni terapeutiche durante la prima visita e programmati successivi controlli per analizzare l’evoluzione del quadro clinico e verificare l’efficacia del trattamento terapeutico proposto.
La durata di ogni visita è da valutare in base ad ogni caso specifico, tuttavia i controlli generalmente richiedono minor tempo, rispetto alla prima visita, in cui viene effettuata la completa raccolta anamnestica.
Per la visita ortopedica è utile portare in visione i seguenti esami, se eseguiti:
- RX
- TAC
- RMN
- Ecografie relative ai sintomi
- Referti medici specialistici
- Farmaci assunti
- Documenti di eventuali patologie in atto
Non è invece necessaria la prescrizione della ricetta del medico curante.