Sindromi dolorose

Il dolore è un’esperienza sensoriale percepita a livello del sistema nervoso centrale come un’emozione sgradevole e rappresenta il mezzo con cui l’organismo segnala un danno tissutale. Sono riscontrabili una parte percettiva, la nocicezione, e una parte esperienziale collegata alla percezione spiacevole.

Il dolore può essere fisico, funzionale, somatico, viscerale, misto, riferito, nocicettivo, neuropatico. In base alla sua manifestazione temporale si parla di dolore rapido o dolore lento ed in base alla sua durata si classifica come:

  • Transitorio: vi è attivazione dei nocicettori, senza danno tissutale. Scompare con la cessazione dello stimolo.
  • Acuto: è un dolore nocicettivo, di breve durata in cui si ha, in genere, un danno tissutale; il dolore scompare con la riparazione del danno.
  • Ciclico: come spesso nelle cefalee, il dolore ricompare nonostante la somministrazione di farmaci e in assenza di danni tissutali.
  • Persistente: quando lo stimolo nocicettivo permane a lungo.
  • Cronico: associato a modificazioni neurofisiologiche e neurofunzionali nelle vie percettive del dolore.

(Guyton & Hall, 2006; Purves, 2004; IASP, 1986)

DOLORE CRONICO

Il dolore cronico è una condizione che persiste, in maniera costante o episodica, per tre mesi o più: si perdono le caratteristiche fisiologiche legate alla fase acuta e si sperimenta il cosiddetto “dolore inutile”, in quanto non più legato al danno tissutale, e la cui intensità è mutevole ed influenzata da fattori fisici, ambientali e psicosociali.

EPIDEMIOLOGIA

In Italia il dolore cronico affligge 1 individuo su 4 (circa 15 milioni di italiani), per un periodo medio di 7,7 anni, e 1/5 circa dei pazienti soffre di dolore per più di 20 anni. Dagli studi è emerso che il dolore non riguarda solo patologie oncologiche, ma anche artriti, artrosi, fibromialgie, cefalee, ecc. Una recente ricerca europea (O’Brien & Breivik, 2012), condotta tra pazienti non oncologici seguiti per un anno, ha evidenziato come il dolore impedisse il normale svolgimento delle attività quotidiane e lavorative, influendo negativamente sui rapporti sociali e familiari, sulla qualità del sonno e sul vissuto emotivo.
(O’Brien & Breivik, 2012)

FATTORI DETERMINANTI:

  • FATTORI GENETICI: esiste una diversa specificità genetica tra gli individui, ad esempio a livello del sistema recettoriale degli oppioidi endogeni.
  • FATTORI PSICOSOCIALI
  • MEMORIA DEL DOLORE: Con il dolore cronico si hanno modificazioni anatomo – funzionali a livello del midollo spinale e dei centri superiori, che condizionano la formazione di circuiti aberranti in grado di cronicizzare il dolore. Quando non si è in grado di controllare efficacemente il dolore, i nocicettori diventano ipersensibili e tendono ad amplificare le sensazioni dolorose o a percepirle anche quando lo stimolo è cessato, dando origine al dolore cronico, o a generarle anche in presenza di stimolazioni di bassa intensità (Hutterer, 2012). Inoltre, il ricordo di sensazioni dolorose spiacevoli può influenzare la percezione di un nuovo stimolo doloroso (Bryant, 1993).

PERCHÉ UNA TERAPIA INTEGRATA, UN APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE?

Un approccio multidisciplinare permette al team di operatori specializzati di offrire le migliori cure e le risorse più efficaci nel trattamento del dolore. Quando questo non può essere eliminato completamente, se ne può limitare l’intensità ed insegnare al paziente come affrontare e convivere con l’esperienza dolorosa.

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(immagine tratta da: http://www.dolorenograzie.com )

TERAPIE PER LA CURA E IL TRATTAMENTO DEL DOLORE

Terapia farmacologica

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha fornito delle linee guida su somministrazione farmaci e trattamento a seconda del dolore.

  • Dolore lieve: somministrazione di analgesici e antipiretici (FANS, paracetamolo, in aggiunta o meno di adiuvanti).
  • Dolore moderato: somministrazione di oppiodi deboli (codeina, tramadolo, in aggiunta o meno a paracetamolo, FANS, adiuvanti).
  • Dolore grave: somministrazione di oppiodi forti ( morfina, oxicodone, fentanyl, in aggiunta o meno di paracetamolo, FANS, adiuvanti).

Possono essere utilizzati anche farmaci antidepressivi e farmaci antiepilettici.

La somministrazione può essere per via orale, sottocutanea, endovenosa, endorachidea (epidurale e subaracnoidea) e transdermica.
(Cancer Pain Relief with a Guide to Opioid Availability, 1996, OMS)

La terapia è sintomatica quando il dolore è la patologia primaria; quando deriva da un’altra patologia è opportuno definire l’eziologia e le cause del disturbo. Il lavoro in équipe multidisciplinare permette la condivisione delle conoscenze e la ricerca delle concause, al fine di delineare un corretto percorso terapeutico.

Fisioterapia

L’attività fisica è molto importante per il controllo del dolore, con implicazioni sulla mobilità e sulla qualità della vita.

TECNICHE INVASIVE

Blocchi nervosi

Usati a scopo diagnostico e terapeutico, con somministrazione di un anestetico locale direttamente sul nervo o sul tronco nervoso (blocchi peri-nervosi e loco-regionali).

Neurostimolazione

L’elettrostimolazione periferica sottocutanea (PENS) permette di trattare il dolore neuropatico cronico, tramite l’applicazione di un elettrodo stimolante: la trasmissione di corrente determina una regressione della patologia cronica.

Somministrazione intratecale di farmaci

La somministrazione intratecale di farmaci permette di inserire l’analgesico attraverso una pompa inserita a livello sottocutaneo, che comunica col catetere direttamente nello spazio perimidollare (vicino al midollo spinale). E’ usato soprattutto per la spasticità e in alcuni casi nel trattamento del dolore.

Somministrazione transdermica di farmaci

Si riescono ad avere degli effetti anche con l’applicazione di farmaci direttamente sulla cute, come per esempio tramite l’utilizzo di un cerotto, che permette un rilascio molto lento del principio attivo.

TECNICHE NON INVASIVE

Sostegno psicologico

Il supporto psicologico aiuta il paziente a far fronte agli effetti negativi che il dolore può avere sulla vita quotidiana, le relazioni sociali e gli stati emotivi. Il rilassamento o le tecniche di Biofeedback sono due esempi di metodi utilizzati.

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