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Malattia di Parkinson

La malattia di Parkinson (MP) è una malattia degenerativa del Sistema Nervoso Centrale (SNC) che compromette i movimenti, ha un’evoluzione progressiva e un’eziologia sconosciuta.È la malattia neurodegenerativa più diffusa dopo il morbo di Alzheimer. Fu descritta per la prima volta da James Parkinson, il quale nel 1817 nel suo libro “An essay on the shaking palsy” definì questa patologia “Paralisi Agitante”. È possibile distinguere una forma primitiva o idiopatica e forme secondarie a diversa eziologia. All’esordio colpisce soggetti di età media intorno ai 50-60 anni. Esistono forme ad esordio intorno ai 40 anni e forme più tardive dell’anziano.

Fisiopatologia

Il dato anatomo-patologico fondamentale è la degenerazione del sistema nigro-striatale che consegue a lesioni della pars compacta del locus niger contenente icorpi cellulari dei neuroni dopaminergici le cui proiezioni sono dirette verso lo striato che controlla le funzioni motorie. Caratteristica distintiva neuropatologica è rappresentata dall’accumulo, soprattutto a livello della substantia nigra, di inclusioni neuronali citoplasmatiche eosinofile filamentose denominate corpi di Lewy, costituite principalmente da aggregati di una proteina, la α-sinucleina. I corpi di Lewy sono presenti anche in alcune forme familiari (Adams & Victor, 2007).

Epidemiologia

Attualmente in Italia si stima che ci siano circa 230.000 persone affetta da MP (von Campenhausen et al., 2005). Circa il 5% di tutti i malati ha un’età inferiore ai 50 anni mentre circa il 70% ha un’età superiore ai 65 anni (Wickremaratchi et al., 2009). La MP sembra essere più frequente nei maschi che nelle femmine (60% vs 40%). A seguito del progressivo aumento della durata media della vita si prevede che entro il 2030 l’incidenza di questa patologia potrà anche raddoppiare (Dorsey et al., 2007).

Eziologia della MP idiopatica

La vera causa della malattia rimane ancora sconosciuta. Sono state proposte alcune teorie sulla patogenesi della degenerazione dei neuroni dopaminergici nigro-striatali nell’uomo:

Stress Ossidativo
L’elevata concentrazione di perossido d’idrogeno (H2O2) può danneggiare le cellule nervose. Diversi autori sostengono che la tossicità specifica dei radicali liberi possa essere implicata nella degenerazione dei neuroni dopaminergici (Ambani et al., 1975; Dexter et al., 1989; Kish et al., 1986; Olanow, 1990).

Accumulo di neuromelanina
All’interno delle neuroni della substantia nigra, la dopamina andrebbe incontro ad un’autossidazione spontanea, producendo chinoni tossici che comprometterebbero l’attività delle cellule nervose(Hirsch et al., 1988).

Ereditarietà
La presenza di una familiarità si aggira attorno al 15% dei casi (sviluppo anormale dei neuroni dopaminergici, errata programmazione della morte neuronale, alterazione dei processi riparativi e/o protettivi della cellula; Duvoisin, 1998).

Fattori tossici e la MPTP
I farmaci che bloccano la ricaptazione della dopamina inibiscono l’azione dell’MPTP (underivato della Meperidina, sostanza sintetica ad effetto analgesico-narcotico detta anche “eroina sintetica”). La tossicità del MPTP è legata alla sua conversione endogena nel metabolita MPP+. Non è ancora ben chiaro come l’MPP+ possa indurre la morte cellulare. Nella tossicità da MPTP sarebbe coinvolto anche un meccanismo di eccitotossicità da Glutammato(Javitch et al., 1985).

I sintomi

È caratterizzata dalla presenza di sintomi motori quali:
  • Bradicinesia (lentezza dei movimenti) interessa i movimenti fini degli arti superiori (impaccio ad abbottonarsi, farsi la barba, micrografia). Negli stadi più avanzati si può osservare una riduzione globale di tutti i movimenti con difficoltà ad alzarsi dalla sedia o girarsi nel letto.
  • Rigidità definita da un aumento del tono dei muscoli apprezzabile come una resistenza alla mobilizzazione passiva di un arto, si può osservare tendenza a flettere il tronco in avanti (posizione “camptocormica”) e braccia e gambe parzialmente piegate.
  • Tremore presente in circa il 60-70% dei pazienti, inizialmente interessa un solo lato (di solito un arto superiore). Osservabile a riposo, scompare con il movimento.
  • Instabilità posturale si manifesta nelle fasi avanzate della malattia, determina avvio della marcia difficoltoso, deambulazione più rigida, a piccoli passi, talora con accelerazioni (festinazione) o blocchi (freezing) in particolare nel dietrofront che sono causa di frequenti cadute.
Altri sintomi che si possono osservare: depressione, riduzione dell’olfatto, ipofonia, disturbi sessuali, stipsi, disturbi del sonno, dolori, difficoltà di deglutizione, sudorazione.
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