Le tipologie di cefalea più comuni in età evolutiva sono la muscolo-tensiva (una fascia stretta attorno alla testa) e l’emicrania (una pulsazione che può essere su un lato della testa talvolta accompagnata da vertigini, nausea, vomito e disturbi visivi) .
Le crisi cefalalgiche colpiscono circa il 25% dei bambini in età scolare, con picchi fino al 33% nella fascia tra i 6 ed i 14 anni. Fino alla pubertà il disturbo interessa maschi e femmine nella stessa percentuale, mentre a partire dai 12-13 anni prevale nelle ragazze, anche in relazione alle modifiche ormonali (Sillampaa, 1996).
Il mal di testa condiziona la qualità di vita del bambino che ne soffre, ma questo talvolta è sottovalutato dal genitore, che spesso fraintende il disturbo del figlio come un rifiuto per la scuola, poiché l’aggravamento dei sintomi coincide con l’ingresso nel mondo scolastico. Pertanto è fondamentale riconoscere determinati fastidi lamentati dal bambino e rivolgersi sollecitamente a figure competenti per una diagnosi corretta ed un intervento terapeutico mirato, anche per evitare il rischio futuro di cronicizzazione.