Spesso nelle donne, le variazioni ormonali legate a specifiche fasi della vita (ciclo mestruale, gravidanza, menopausa), possono scatenare attacchi di mal di testa (emicrania catameniale). Il calo degli ormoni sessuali femminili (estrogeni) che si verifica nel periodo mestruale è responsabile degli episodi di cefalea, poiché diminuisce la produzione cerebrale di endorfine, fondamentali nella riduzione della sensibilità al dolore (Grunfeld & Gresty, 2000). L’approccio terapeutico, data la bassa frequenza degli attacchi prevede l’utilizzo di un farmaco sintomatico specifico (al bisogno); nei casi resistenti ed invalidanti, invece, si impostano terapie profilattiche (da assumere continuativamente per un periodo).
L’insorgenza degli attacchi cefalalgici può essere anche correlata ad abitudini alimentari scorrette, sia per la quantità di cibo consumato (es. digiuno o abbuffata), sia per le modalità con cui avvengono i pasti (es. mangiare troppo velocemente o in orari sregolati). Anche il tipo di alimento può contribuire alla comparsa del mal di testa, tra a quelli “a rischio”: la cioccolata, i formaggi stagionati, gli insaccati, i fritti, la frutta secca e le bevande alcoliche. Diventa fondamentale pertanto, seguire una dieta bilanciata anche a base di carne e verdure di stagione, evitando elevati contenuti di sale (Alpay et al., 2010).
Un’irregolarità del ritmo sonno-veglia può costituire un fattore scatenante nella cefalea. Per avere un sonno soddisfacente sia dal punto di vista quantitativo, sia qualitativo è opportuno seguire alcuni accorgimenti: coricarsi e alzarsi possibilmente alla stessa ora, non dormire più del necessario, evitare cene pesanti, poichè rallentano la digestione e di conseguenza l’addormentamento, evitare l’uso di caffeina, alcol e tabacco nelle ore serali (Raius et al., 2006).