CIN CENTRO INTEGRATO NEUROSCIENZE

Intervista allo psichiatra

Ecco le domande rivolte allo psichiatra che collabora al C.I.N

Intervista al prof. Bellantuono Cesario, Medico Chirurgo, Specialista in Psichiatria e Farmacologia Clinica. Responsabile dell'Ambulatorio Specialistico DeGRA

Quante donne soffrono di disturbi psichici durante la gravidanza?

Una serie di studi epidemiologici condotti nei paesi occidentali ha ben documentato che durante la gravidanza possono insorgere o riacutizzarsi una serie di Disturbi Psichici che per la loro rilevanza clinica necessitano di essere affrontati tempestivamente con trattamenti psicoterapici e/o farmacologici.
Quelli che si riscontrano più di frequente sono rappresentati dai disturbi d’ansia e dai disturbi depressivi, i quali spesso si presentano associati e per questa ragione sono comunemente definiti disturbi ansioso-depressivi.
La loro frequenza nelle donne in gravidanza varia dal 10% al 20% e può manifestarsi con livelli diversi di gravità.
Un recente studio multicentrico condotto in quattro città italiane (Bari, Ascoli Piceno, Udine, Verona) ha documentato su un campione di circa 1700 donne al 2° trimestre di gravidanza, la presenza di un disturbo depressivo più o meno grave in 20 donne su 100.

Come si riconoscono i sintomi di un disturbo depressivo in gravidanza?

La depressione in gravidanza (depressione antepartum), come d’altra parte anche nel puerperio (depressione postpartum), si presenta sostanzialmente con gli stessi sintomi che colpiscono una donna non gravida.

sintomi che sono più spesso riferiti dalle gravide sono rappresentati da tristezza, stanchezza fisica, facile tendenza al pianto, preoccupazioni eccessive, senso di inadeguatezza, pensieri negativi sulla capacità di portare avanti la gravidanza e sul futuro ruolo di mamma, disturbi del sonno caratterizzati da risvegli frequenti durante la notte o risvegli precoci al mattino; talora, nei casi più gravi (ma più rari) sono presenti idee auto lesive (idee di suicidio), spesso associate a deliri di colpa o di rovina riguardanti i propri familiari.

In questi casi, la grave alterazione dell’umore e del contenuto del pensiero, non deve essere sottovalutata e necessita di essere tempestivamente identificata e trattata da specialisti non solo con interventi psicoterapici ma anche con farmaci antidepressivi in associazione ad antipsicotici, poiché queste alterazioni psicopatologiche (sebbene non frequenti in gravidanza) possono comportare un grave rischio di suicidio.

Come si riconoscono i sintomi di un disturbo d’ansia in gravidanza?

Anche un disturbo d’ansia, come nel caso della depressione, si presenta sostanzialmente con gli stessi sintomi che colpiscono le donne non gravide. L’ansia spesso accompagna uno stato depressivo e talora può anche precederlo nel tempo. Nell’ambito di questi disturbi uno dei più frequenti in gravidanza è rappresentato dal disturbo di attacchi di panico, caratterizzato da palpitazioni cardiache anche in assenza di una vera tachicardia (cardiopalmo), nodo alla gola, senso di fame d’aria e oppressione toracica, perdita di controllo e sintomi fisici (sudorazione, diarrea, nausea e vomito); questi sintomi insorgono bruscamente e hanno una durata di alcuni minuti. Quasi sempre l’attacco si ripete nel tempo con le stesse caratteristiche anche dopo pochi giorni e spesso nelle stesse circostanze.


Non sempre l’ansia in gravidanza si configura come un disturbi clinico ben definito, spesso le donne possono manifestare solo alcuni sintomi che tuttavia possono interferire sensibilmente con la loro qualità della vita. I sintomi che caratterizzano una condizione di ansia sono rappresentati da forte tensione interna ed apprensione, paure o preoccupazioni immotivate, difficoltà a prendere sonno, vuoti di memoria, difficoltà a concentrarsi, sintomi somatici (quali dolori gastrici, cefalea muscolo tensiva, senso di nausea, vertigini).


I farmaci oggi disponibili per il trattamento a breve termine degli stati d’ansia acuti e dell’insonnia presentano margini di sicurezza che possono consentirne l’impiego anche in corso di gravidanza.

Quali sono per la madre e il neonato i rischi di un disturbo ansioso o depressivo non trattato?

Soffrire di disturbi ansiosi e/o depressivi durante la gravidanza può comportare una serie di rischi non solo per la madre ma anche per la gestazione, lo sviluppo del feto e per il neonato.

Una donna ansiosa o depressa in gravidanza può non aderire completamente ai controlli ginecologici, alimentarsi in modo scorretto, non riposare adeguatamente, fare uso di alcolici o di sigarette e nei casi più gravi di depressione può manifestare idee o comportamenti autolesivi (rischio di suicidio).

Una condizione di grave ansia e depressione, inoltre, potrebbe compromettere anche il decorso e l’esito della gravidanza stessa, provocando eventi avversi come un aborto spontaneo, un parto pretermine o un neonato con un basso peso alla nascita. Sono state evidenziate nei neonati nati da madri sofferenti di tali disturbi, alterazioni dell’indice di Apgar ed elevati livelli di cortisolo (il cosiddetto “ormone dello stress”) nel sangue.
Ricerche cliniche sui rischi di condizioni depressive e ansiose non trattate confermano che i nati da madri depresse durante la gravidanza hanno una maggiore probabilità di sviluppare nell’adolescenza disturbi dell’umore e dell’ansia.

Quali sono le terapie per una donna che soffre di depressione e di ansia durante la gravidanza?

Per curare questi disturbi sono oggi disponibili trattamenti sia di tipo psicologico che psicofarmacologico.Tra quelli psicologici, la terapia di tipo cognitivo – comportamentale è senza dubbio considerata quella di prima scelta, soprattutto nei disturbi ansiosi e/o depressivi di gravità moderata o lieve (Nardi et al.,2012). Questa strategia, d’altra parte, è ampiamente utilizzata da tempo anche nelle depressioni postpartum e nelle donne non gravide affette da disturbi d’ansia e depressivi. Nei casi in cui questa terapia non sia praticabile è assolutamente necessario garantire, comunque, alla gravida un regolare supporto psicologico.


Il trattamento psicofarmacologico è, invece, raccomandato nelle donne gravide che presentano disturbi di una certa gravità clinica (depressione bipolare, depressione con sintomi psicotici, depressione con rallentamento psicomotorio, disturbo ossessivo – compulsivo, gravi stati d’ansia, disturbi ansioso depressivi) o nei casi in cui un trattamento psicoterapico non abbia dato risultati soddisfacenti. L’impiego di psicofarmaci deve sempre essere deciso e condiviso con la futura madre e con il suo partner, valutando nel singolo caso i rischi potenziali del trattamento proposto contro quelli del disturbo non trattato.


Naturalmente, come suggerito dalle linee guida più recenti, sia la strategia psicologica che quella farmacologica non sono incompatibili tra loro, anzi nei casi più impegnativi un trattamento combinato (terapia integrata) può garantire maggiori probabilità di successo.

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