Chirurgia vertebro spinale

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Intervista al dott. Brayda-Bruno, medico chirurgo, specialista in chirurgia vertebro-spinale

Mi occupo di chirurgia vertebrale e patologie della colonna vertebrale da circa trent’anni ed ho iniziato la mia formazione occupandomi soprattutto di deformità vertebrali, quali ad esempio scoliosi e dorso curvo, trattandole sia in modo conservativo, quindi non chirurgico, sia con interventi chirurgici. In questo periodo ho seguito tutte le evoluzioni tecnologiche in chirurgia spinale, partecipando anche come ideatore ad alcuni miglioramenti tecnici nelle strumentazioni chirurgiche, ma ho seguito per tanti anni e sto seguendo tutt’ora ragazzi (ad esempio con scoliosi) in modo non chirurgico, con busti gessati o corsetti.15482493 s È’ chiaro che la chirurgia vertebrale ed il trattamento delle patologie della colonna hanno subito una rivoluzione copernicana, oggi é cambiata totalmente la modalità con cui guardavamo le stesse malattie 30 – 20 anni fa. Ciò è stato reso possibile sia dalle nuove tecnologie interventistiche che da nuovi sistemi di diagnosi, come la risonanza magnetica, la TAC e tutta la neurofisiologia. Posso tranquillamente dire che oggi affrontiamo patologie, che una volta si trattavano solo in modo empirico e palliativo, e in molti casi, oggi, si riesce effettivamente a migliorare la qualità della vita. Il problema si pone sempre sulle corrette indicazioni: una delle prerogative per poter analizzare e curare correttamente le malattie vertebrali, è quella di disporre di un team di professionisti con diverse competenze, ed io da sempre, ma soprattutto negli ultimi dieci anni, ho privilegiato la multidisciplinarità nell’approccio alle malattie della colonna. In quest’ottica è stato creato un gruppo di specialisti per la colonna vertebrale che ha sede a Milano, lo “Spine Care Group”, di cui sono direttore e del quale fanno parte chirurghi vertebrali, neurochirurghi, fisiatri, osteopati, fisioterapisti, psicologi o counselor. Ciò consente di gestire nel modo più globale ed olistico possibile la patologia vertebrale e nello specifico il cosiddetto mal di schiena, la patologia più frequente ma anche la più complessa da curare, perché spesso non identificabile in una sola causa specifica. Spesso il mal di schiena ha diverse componenti e se non viene considerato in un’ottica globale, il solo intervento chirurgico potrebbe essere un insuccesso, non essendo mirato a risolvere un preciso problema. Quindi, mancando un corretto inquadramento diagnostico preliminare, si rischia di vedere pazienti che passano da un intervento all’altro e da un specialista all’altro senza trovare una soluzione definitiva al proprio problema. 15482591 sA Rimini, inserendomi in un gruppo che per definizione ha differenti competenze specialistiche, mi trovo a mio agio e secondo me è il modo migliore per poter gestire queste patologie. Se si parla di scoliosi progressiva dell’adolescenza o di spondilolistesi, di stenosi del canale o di ernia del disco, e quando si è già accertato che queste patologie stanno creando disturbi importanti, è chiaro che la chirurgia diventa necessaria ed è importante eseguirla con tecnologie moderne. A tal proposito si cerca di privilegiare sempre più le tecniche meno invasive, ma, parlando da esperto di un lungo percorso di cambiamenti e di evoluzioni tecniche, occorre essere molto prudenti quando si parla di mini-invasività. È’ giusto applicare tecniche mini-invasive per ridurre il danno al paziente, con l’obiettivo però di ottenere lo stesso risultato di un intervento più invasivo, per risultare definitivo. Se non si raggiunge lo stesso risultato finale, la mini-invasività è una presa in giro, un mezzo per attirare ed illudere il paziente: l’intervento, pur essendo mini-invasivo, probabilmente richiederà un secondo intervento (… e poi un terzo… un quarto) e alla fine la chirurgia non risulterà più mini-invasiva !! Spesso è meglio fare qualcosa di “più invasivo” che permetta di ottenere il risultato necessario ma con tecniche moderne per ridurre il danno muscolare. A fronte di questo argomento, qual è consiglio può dare ad un paziente? In conclusione, quando e se è necessario un intervento, occorre farsi operare da un chirurgo bravo, specializzato in chirurgia vertebro-spinale, e con la tecnica migliore e meno invasiva possibile per il risultato di cui si ha bisogno.24284584 s Inoltre il paziente deve conoscere ed essere informato in modo corretto approfondire. Se c’è un modo per capire ed approfondire, ciò non è certamente quello di cercare sempre a caso su internet, dopo aver digitato una parola o un sintomo. Bisogna avere una visione critica e consultare i siti delle società scientifiche serie e riconosciute, dove infatti si può verificare che molti degli interventi mini-invasivi o alcune tecniche utilizzate non hanno mai dimostrato, dopo vari anni, di essere realmente superiori ad un ciclo di corretta fisioterapia o una gestione regolare della propria vita. Uno degli errori dei pazienti è che spesso a causa della vita frenetica di oggi si pretende di risolvere il problema di salute con uno schiocco di dita. Spesso bisogna cambiare abitudini di vita sbagliate, che hanno già portato al danno, e senza un tentativo di cambiamento in prima persona, non si può sempre delegare il risultato finale solo all’intervento esterno del chirurgo. L’operazione chirurgica può migliorare una condizione critica, ma se i movimenti e gli sforzi compiuti ogni giorno sono scorretti, col passare del tempo si creerà un problema ad un altro livello, col rischio di dover sopportare una seconda operazione al di sopra o al di sotto della sede del primo intervento. La cosa più importante è imparare a gestire il problema, quindi far capire al paziente come può correggere le proprie abitudini di vita.Spesso, così facendo, si riesce ad evitare l’intervento perché il paziente comincia a star meglio, avendo capito come gestire il proprio mal di schiena.

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