Disturbo ossessivo compulsivo

Il disturbo ossessivo-compulsivo è un disturbo d’ansia che si manifesta con persistenza di pensieri ricorrenti ed incontrollabili o azioni ripetitive e incoercibili che l’individuo non riesce a controllare; ne conseguono un notevole disagio psicologico ed una rilevante interferenza con le attività della vita quotidiana.

Le ossessioni sono pensieri, impulsi o immagini a carattere invasivo e ripetitivo, che si presentano involontariamente ed appaiono irrazionali e incontrollabili al soggetto stesso.
Pur essendo esperienze fugaci che possono essere vissute da chiunque, l’individuo che è afflitto da esse in forma patologica, vede compromessa la gestione della sua vita in maniera totalizzante e grave.
Nell’ambito clinico, le ossessioni più frequenti sono le paure di contaminazione (che esprimono qualche impulso sessuale o aggressivo), le paure ipocondriache relative ai disturbi fisici (Jenike et al.,1986); esse si possono anche presentare come una forma estrema di dubbi, indecisioni e procrastinazioni.

Una compulsione è un comportamento ripetitivo o un’azione mentale che la persona si sente costretta ad eseguire per ridurre il disagio causato dai pensieri ossessivi o per evitare il verificarsi di una qualche calamità. Tale azione non ha alcun legame realistico con il suo scopo apparente, oppure è chiaramente eccessiva.
L’individuo che la ripete, teme che non eseguendola, passano derivarne conseguenze negative. La frequenza con cui un’azione compulsiva viene ripetuta può essere molto considerevole.

Le compulsioni più comuni riguardano:

  • ordine e pulizia
  • evitamento di determinati oggetti
  • pratiche ripetitive e protettive
  • controllo continuo
  • eseguire azioni con estrema lentezza

Una vera compulsione è spesso vissuta dall’individuo come estranea alla sua personalità e non è da confondere con quei comportamenti che vengono intrapresi con piacere, sebbene siano atti “compulsivi”.

Incidenza

Affligge il 2-3% della popolazione americana e più frequentemente le donne che non gli uomini (Karno e Golding, 1991). Di solito insorge agli inizi dell’età adulta, spesso in seguito a qualche evento stressante, come gravidanza, parto, conflitto familiare o difficoltà nel lavoro (Kringlen, 1970).
L’esordio precoce è più comune fra gli uomini ed è associato a compulsioni di controllo; l’esordio tardivo è invece più frequente tra le donne e si associa a compulsioni di pulizia (Noshirvani et al., 1991).
A volte si sviluppa in associazione ai disturbi depressivi o altri disturbi d’ansia, in particolare panico e fobie (Austin et al.,1990), nonché vari disturbi di personalità (Baer et al., 1990).

Eziologia

Secondo la teoria psicoanalitica, ossessioni e compulsioni sono due fenomeni analoghi, in quanto derivano da forze istintuali ed i sintomi osservati rappresentano l’esito della lotta tra l’Es e i meccanismi di difesa.
Secondo la teoria comportamentale, il disturbo ossessivo-compulsivo consiste in comportamenti appresi che vengono rinforzati dalle loro conseguenze (Meyer e Chesser, 1970), rappresentate dalla riduzione della paura. Per esempio l’atto compulsivo del lavarsi ripetutamente le mani viene considerato una risposta operante di fuga, capace di ridurre la preoccupazione ossessiva di contaminarsi con lo sporco o con i germi. Analogamente, la compulsione al controllo riduce l’ansia per il disastro che il paziente prevede si verificherà, se il rituale di controllo non verrà portato a termine.

TERAPIE

Il disturbo ossessivo compulsivo è uno dei disturbi psicologici più impegnativi e difficili da trattare.
La terapia psicoanalitica delle ossessioni e delle compulsioni è simile a quella delle fobie e dell’ansia generalizzata, essendo incentrata sul tentativo di far emergere la rimozione, per consentire al paziente di confrontarsi con il vero oggetto dei suoi timori.
I pazienti devono imparare a tollerare l’incertezza e l’ansia che tutte le persone sentono quando devono affrontare il dato ineludibile, che nella vita non v’è nulla di certo o di completamente controllabile. L’obiettivo ultimo del trattamento psicoanalitico resta l’insight nei determinanti inconsci dei sintomi.
L’approccio comportamentale ai rituali compulsivi, più diffuso ed ampiamente riconosciuto è basato sulla combinazione di procedure di esposizione e di impedimento della risposta (Rachman e Hodgson, 1980). Questo metodo prevede che il paziente si esponga a situazioni che gli sollecitano il comportamento compulsivo e che si astenga dall’eseguire il rituale consueto. Ricerche scientifiche sembrano convalidare almeno in parte l’efficacia di questo trattamento per oltre la metà dei pazienti ossessivo-compulsivi, compresi bambini e adolescenti (March, 1995).
Quando i rituali ossessivo-compulsivi sono cronicizzati e fortemente debilitanti possono essere controllati solo all’interno di una struttura ospedaliera. Infatti il rifiuto di sottoporsi ad una terapia e abbandonarla dopo averla intrapresa sono i problemi ricorrenti cui vanno incontro molti tipi d’intervento (Jenike e Rauch, 1994).
Il trattamento farmacologico a cui si ricorre per trattare i pazienti affetti da disturbo ossessivo-compulsivo sono gli inibitori della ricaptazione della serotonina (SSRI) e i farmaci triciclici, della categoria degli antidepressivi. Entrambe queste classi di sostanze hanno dato nel tempo risultati positivi e incoraggianti (Jenike, 1986).

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